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lauragiudici0

Solstizio d'estate. La porta degli uomini.

Aggiornamento: 11 set 2022


La terra, senz’acqua, non genera. Oggi 21 giugno 2022 si celebra il Solstizio d’estate, uno dei quattro punti chiave dell’anno. Il Sole splende perpendicolare al Tropico del Cancro, raggiungendo, per il nostro emisfero, il suo punto più alto nel cielo. Da questa vetta inizia la sua parabola discendente, ma prima che si riesca a percepirlo, il Sole sembra, per qualche giorno, trattenere il respiro e rimanere ‘fermo’ lassù, all’apice (Solstitium: comp. di Sol e tema di stare, fermarsi). Oggi la Luce vince sulla Tenebra, ma non è per sempre! Ogni culmine inverte la rotta nel percoso dell’eterno: è il ciclo vita-morte-vita.


Sopra a sinistra: il percorso del Sole nel ciclo annuale, nel punto più alto la posizione del Solstizio d'estate, in quello più basso il Solstizio d'inverno.

Oggi il Sole apre la porta dell’archetipo del Cancro, che dà l’avvio alla stagione estiva. Estate, la parola ha radici linguistiche che significano ardere, accendere, infiammare, ma l’estate inizierebbe dolcemente con le qualità dell’elemento acqua che, nella sua forma cancrina, è acqua sorgiva, ruscello, acqua limpida, acqua nuova che zampilla, scorre, rinfresca, pulisce. Un’acqua bambina, tenera, nutriente, generatrice, dissetante, vitale.

Quanto abbiamo bisogno di acqua in questo caldo torrido, invadente, asfissiante?

L’acqua è l’elemento delle emozioni che inumidiscono il corpo, rendendolo fertile, morbido, ricettivo, il Cancro è tutto questo, poiché è la risultante dell’accordo di Venere (corpo, sensi, percezione fisica)e Luna (emotività, ricezione, percezione sottile). La terra senz’acqua non genera e il Cancro (Acqua) è l’archetipo della GENERAZIONE, della madre, del bambino e della cura di tutto ciò che viene per crescere.


Guardo il tema di Solstizio e faccio un esercizio di condensazione, cercando di esprimere ciò che vedo, sento, comprendo dal grafico in poche parole… è ciò che succede con la poesia dove ogni vocabolo è SEGNO che prima racchiude e poi sprigiona.. anche e soprattutto i significati non detti. I punti cardine del tema di Solstizio sono negli elementi Terra e Acqua, Venere nel Toro, domina, dal punto più alto del cielo (una specie di Solstizio di Venere?) senza dirvi altro, vi invito, se volete, a pronunciare queste parole, oggi e ogni volta in cui avrete bisogno di ricordarvi chi siete, ogni volta che dubitate di ESSERE UMANI.


Io sento!

In unione con il corpo

manifesto con dolcezza

la mia vera identità

nel mio cuore autentico

osservo la paura

e pronuncio il mio nome Io sono …

Oggi ricorre anche la giornata mondiale dello Yoga, antichissima disciplina del corpo e dello spirito che porta, nel nome, il significato di UNIONE e che quest’anno dedica la sua pratica ALL’UMANITA’ (Yoga for Umanity).

il Solstizio d’estate è, nelle antiche tradizioni, il passaggio chiamato PORTA DEGLI UOMINI, lo spiega René Guénon nel libro Simboli della scienza sacra in cui parla di “Una conoscenza tradizionale che concerne una realtà di ordine iniziatico (…) - che definisce – il Cancro e il Capricorno come le due porte del cielo. Sia per discendere nella generazione, sia per risalire a Dio, le anime dovevano varcare necessariamente una di esse”. Accedere a questo percorso è nella possibilità di ogni essere umano nel momento in cui si incarna su questa terra e,collegato a questo cammino di evoluzione, espresso dalla salita e discesa del Sole, è il simbolo del ‘cuore’ come centro del sistema (il cuore è simbolo solare per eccellenza) che consente l’evoluzione fino a che non ci sarà più bisogno di incarnazioni terrene. La porta del Cancro, quindi, corrisponde alla “discesa delle anime sulla terra” (Cancro è generazione intesa anche come, albero genealogico, famiglia, radici, stirpe) mentre quella del Capricorno corrisponde alla possibilità di distacco dal mondo terreno, di ascensione delle anime nell’etere.


Tutto ciò è entusiasmante!


Ecco che in questo percorso solstiziale, creativo, mi viene l’idea di passare le parole che si sono generate in me all’amico Matteo Galimberti, avvocato e insegnante di yoga, giovane uomo che ritengo degno rappresentante di quella bella umanità di cui ora abbiamo tanto bisogno. Matteo si diletta nella calligrafia, una pratica antica, quella della bella scrittura, che ricorda gli amanuensi, i monaci, più simile alla preghiera ed alla meditazione, che ad un esercizio di sola comunicazione. Questa intuizione, questo ritorno alle partiche del passato (e passano tutte per il corpo) mi fa chiedere a Matteo: che cosa ti ha condotto alla calligrafia?


Il testo scritto in calligrafia da Matteo Galimberti. A destra la miniatura del mese di giugno tratta dal manoscritto Les Très Riches Heures du Duc de Berry dei fratelli Limbourg composto tra il 1412 – 1416.

Ho iniziato calligrafia e nello stesso periodo ho iniziato a fare yoga, la mia anima cercava qualcosa … lei sapeva e mi ha portato a queste due pratiche che, in verità, hanno molto in comune, poichè in entrambe sei solo con te stesso e cerchi, attraverso una forma, di uscire dall’idea stessa della forma! Nello yoga succede con le asana, le posizioni del corpo, nella scrittura con le lettere. Ogni lettera è diversa, ogni parola è unica, così ogni asana è unica e ogni singolo movimento per entrare e uscire dalla posizione lo è. Si usa una forma per andare oltre la forma. Quando scrivo non ci sono pensieri, c'è solo il foglio, il corpo, la mano, il respiro, l’inchiostro davanti a me e le parole che prendono vita. un ritmo diverso dalla scrittura a cui siamo abituati, non si scrive per completare una frase ma per la bellezza della scrittura in sè.

La prima lezione di calligrafia è stata indimenticabile, in una piccola biblioteca in un paesino sperduto, il primo giorno ha piovuto tutto il tempo e il rumore della pioggia all’esterno era in armonia con quello dei pennini all’interno. Si entra in un’altra dimensione, ci si può concentrare su un movimento alla volta, su una sensazione alla volta, su una lettera alla volta”.


La riflessione continua e si fa strada la meraviglia di fronte ad una frase sentita milioni di volte: Il verbo si è fatto carne. Così LA PAROLA PRENDE CORPO, attraversando il corpo, pronunciata dalla vibrazione delle corde vocali, oppure scritta dalla mano, la PAROLA E’ CORPO.

LE PAROLE, DUNQUE, SONO FONDAMENTALI!

Ogni cerchio si chiude, per andare oltre, verso il prossimo livello. Che esperienza la vita! Stiamo con il corpo, abitiamolo con coraggio.

Buon Solstizio d’Estate!

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