Forse perché in questi giorni mi trovo in vacanza in un luogo assai particolare, ma il titolo che mi è arrivato per il Cielo di questa Luna Piena sembra proprio incastrarsi perfettamente. Tranquilli, non sono in prigione! Mi trovo invece presso un piccolissimo promontorio, un luogo sacro agli antichi Etruschi che qui costruirono un tempio dedicato a Tinia, divinità corrispondente al Giove romano.
Riconvertito poi, a fine ‘800, in un forte militare in uso durante le guerre mondiali, questo piccolo monte ospita ora un silenzioso villaggio di case, mimetizzato nella natura, con vista mozzafiato sul mare ...
Curiosamente, il cielo di Plenilunio apre dal segno dei Pesci, archetipo del sacro (il tempio) e delle prove, delle prigioni, della solitudine (forte militare, guerra) e della libertà. Ma si tratta di una libertà fortemente idealizzata, quasi trascendente che la Luna al grado 27° dell’Acquario amplifica, essendo appena sorta alle 20.26 e, quasi ‘incollata’ all’ascendente, splende dalla 12a casa (di nuovo prigioni, solitudine, sacro…).
La domanda è: da quale prigione fisica, mentale o emotiva, senti l’urgente bisogno di scappare, non riuscendoci?
Sullo sfondo delle tensioni celesti ansiogene, accidentate e bloccanti, come quella tra Saturno e Giove (leggi l’articolo dedicato qui) la Luna piena in Acquario del 19 agosto, porta al culmine l’ansia di non riuscire a trovare spazi di manovra, di libertà, di fuga! L’Acquario fugge dalla routine di una quotidianità troppo pressante e uguale a se stessa, ma fugge anche solo dall’idea di sentirsi incastrato in una regola che non ha deciso lui o dal limite di una relazione in cui non può fare (o essere) ciò che vuole!
In questo cielo, il senso del dovere (Saturno in Pesci in 1a casa) fa il tiro alla fune con il senso del piacere (Venere in Vergine in 7a casa) in una lotta interiore in cui il dilemma bloccante arriva dalla convinzione di DOVER ESSERE UTILI, EMPATICI, IN PERENNE SOCCORSO ALTRUI, per valere qualcosa o per avere il DIRITTO DI ESISTERE e ciò, purtroppo, a scapito dell’espressione piena della propria individualità (ovvero l’ESSERE INTERI, NON DIVISIBILI che, se sento di dover dare un pezzetto di me a tutti quelli che incontro, di me non rimane più nulla!)
L’urgenza di liberarsi dalle sbarre di una prigione che ci portiamo dietro, anche dopo che ci sembra di aver finito di SCONTARE LA PENA … viene frustrata dallo scoprire che l’ESERCIZIO DELLA LIBERTà non è affatto cosa semplice poiché richiede una grande presa di responsabilità verso se stessi e un’infinita, amorevole pazienza, compassione, fiducia e perseveranza!
La vera rivoluzione acquariana, infatti, non è quella delle masse scontente e arrabbiate che aizzano i forconi contro il governo di turno, è la rivoluzione interiore lenta, piena di arresti, di cadute e anche di (apparenti) passi indietro.
Buon plenilunio
Laura
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