Il 24 giugno, pochi giorni dopo il Sosltizio d’estate si festeggia San Giovanni Battista (che, con San Gerardo dei Tintori, è uno dei due patroni della mia città) e, come spesso accade, quando si approfondisce la conoscenza dei simboli e delle celebrazioni rituali, si comprende sempre meglio quanto i sistemi spirituali (solo in seguito cristallizzati nei dogmi religiosi), le filosofie e i miti siano espressione di un unico percorso umano, collegato inevitabilmente agli eventi cosmici e naturali, il cui mistero è intuito, ed in parte rivelato, dal pensiero analogico. Riprendere le fila delle antiche conoscenze e della ritualità, permette di entrare in contatto con la meraviglia e l’incanto che proviamo davanti alla vita, ogni volta che la celebriamo. Le corrispondenze tra macrocosmo e microcosmo, svelano un miracolo che a tratti riusciamo a percepire, che a tratti ci si rivela, con la semplicità di un gesto, di un silenzio, di un sorriso interiore, di piccole sincronicità!
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno, ad esempio, è meraviglioso dedicarsi alla pratica di un rito magico semplice e molto poetico: si tratta di preparare l’acqua di San Giovanni, raccogliendo fiori o piante aromatiche che si lasceranno esposte nell’acqua, all’esterno, per tutta la notte. Una notte dai poteri magici, poiché, dice la leggenda, i fiori riceveranno la rugiada del mattino, prodotta dagli Dei, e l’acqua, che si userà la mattina seguente per lavarsi, ha il potere di purificare e curare. Un gesto simbolico, per questo 'magico' che richiama la purificazione dell’elemento acqua e che non a caso si celebra San Giovanni Battista.
Ed proprio la figura di San Giovanni si rivela essere una chiave simbolica molto importante, perché collegata al cammino, ascendente e discendente, delle due porte solstiziali, collegate agli archetipi di Cancro, Capricorno (i due solstizi) ed al mito di Giano bifronte. Dal libro di René Guénon, Simboli della scienza sacra: “… il simbolismo delle due porte solstiziali, in Occidente, esisteva presso i Greci e più in particolare fra i pitagorici; esso si ritrova pure presso i Latini, ove era essenzialmente legato al mito di Giano … sotto l’aspetto ora in questione, è propriamente lo janitor che apre e chiude le porte (januae) del ciclo annuale; con le chiavi che sono uno dei suoi principali attributi; e ricorderemo, a tale proposito, che la chiave è un simbolo ‘assiale’.
Ciò si riferisce naturalmente al lato ‘temporale’ del simbolismo di Giano: i suoi due volti, secondo l’interpretazione corrente, rappresentano rispettivamente il passato e il futuro; ora questa considerazione del passato e del futuro si ritrova evidentemente, per qualsiasi ciclo, come per esempio per il ciclo annuale, quando lo si esamini dall’una o dall’altra delle sue estremità. Da questo punto di vista, d’altronde, è importante aggiungere, per completare la nozione di ‘triplice tempo’, che, fra il passato che non è più e il futuro che non è ancora, il vero volto di Giano, quello che guarda il presente, non è, si dice, né l’uno, né l’altro di quelli visibili. Questo terzo volto, infatti, è invisibile, perché il presente, nella manifestazione temporale, non è che un istante inafferrabile; ma; quando ci si eleva al di sopra delle condizioni della manifestazione transitoria e contingente, il presente contiene invece ogni realtà. Il terzo volto di Giano corrisponde, in un altro simbolismo, quello della tradizione indù, all’occhio frontale di Shiva, invisibile, anch’esso perché non è rappresentato da nessun organo corporeo, e raffigurante il ‘senso dell’eternità’; uno sguardo di questo occhio riduce tutto in cenere, cioè distrugge ogni manifestazione; ma quando la successione è mutata in simultaneità, il temporale nell’atemporale, ogni cosa si ritrova e rimane nell’’eterno presente’ , di modo che l’apparente distruzione è in verità una ‘trasformazione’…le porte che Giano ha la funzione di aprire e di chiudere, non sono altro che le porte solstiziali, non è possibile alcun dubbio a riguardo; infatti Giano ha dato il suo nome al mese di gennaio (januarius), che è il primo mese dell’anno – quello che si apre con il solstizio d’inverno - (…) siccome le porte solstiziali danno accesso alle due metà, ascendente e discendente del ciclo zodiacale che vi hanno i rispettivi punti di partenza, che abbiamo visto apparire come punti di partenza, Giano, che abbiamo già visto apparire come ‘Signore del triplice tempo’ (attribuito pure a Shiva nella tradizioni indù), è pertanto anche ‘Signore delle due vie’, di quelle due vie e della destra e della sinistra (…) Nel cristianesimo, le feste solstiziali di Giano sono diventate quelle dei due san Giovanni, che si celebrano in prossimità dei due solstizi (…).
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